Segnaliamo l’uscita del libro Appercezione e noesi (Inschibboleth, 2024) di Massimo Donà e Carmelo Meazza.
Di una indifferente “determinazione”. Calogero lettore di Aristotele, Massimo Donà
E se la Logica aristotelica, lungi dal costituirsi come un plesso di norme statiche e rigide, sul modello dell’idealità platonica, custodisse una insopprimibile “tensione” interna? Ne è convinto Calogero che, non a caso, rinviene in essa un fondamento destinato a destituire la pretesa originarietà della contrapposizione tra vero e falso. E a consentirci di prendere coscienza del fatto che, a manifestarsi, in ogni singolo essente, è davvero sempre il medesimo.
La scena dell’il y a, Carmelo Meazza
Questo saggio si avventura nella distinzione instabile tra un io e un “penso”, tra un soggetto dell’io e un soggetto del “penso”. Propone di non confondere il regime dell’impensabile: l’impensabile dell’io non è l’impensabile dell’atto del pensare se stesso. Il saggio propone la scena dell’il y a come metafora di una datità pensata all’estremo: un soggetto che si fa testimone come un io e un oggetto che traspare come dato a chiunque. La scena dell’il y a suggerisce un altro svolgimento rispetto alla tradizionale guerra di posizione tra realismo e idealismo.
(Dal sito dell’editore)