Segnalazioni Libri, anno accademico 2023-2024
Con la fine dell’anno accademico 2023/2024 e per augurarvi buone vacanze, riepiloghiamo i libri che abbiamo segnalato quest’anno.
Nell’immaginario dantesco, a cura di C. S. Mastella Allegrini e A. Catalano (Orthotes 2024)
L’opera di Dante è alimentata da un mondo di immagini, di suoni, così come di forme e modelli che il poeta fiorentino continuamente assorbe dalla realtà circostante, rielaborandoli e forgiandoli interamente di nuovo per il tramite della scrittura. I saggi raccolti in questo volume, a firma di Heather Webb, Irene Zavattero, Bruno Pinchard, Giulio Ferroni, Massimo Donà, Emma Giammattei, Nunzio Ruggero, Emanuela Bufacchi e Francesco Valagussa, mirano a offrire nuovi strumenti che possano consentire al lettore di orientarsi efficacemente all’interno di quello che potremmo chiamare l’immaginario dantesco. Tale operazione si avvale di una serie di raffronti e di analogie filosofico-letterarie come l’“etica della vicinanza”; si sottolinea l’importanza giocata del De consolatione philosophiae all’interno dell’opera dantesca; un focus particolare è dedicato alla ricezione francese – via Pascal – della Commedia; si mostra come il concetto dell’ulteriorità lavori nelle terzine. Nel testo si trova anche una ripresa delle letture offerte da Simmel, Borges e Auerbach, senza dimenticare le interpretazioni formulate da Benedetto Croce e Giovanni Gentile.
J. Grimm, La saga di Polifemo, a cura di F. Valagussa (Bollati Boringhieri 2024)
I viaggi di Sindbad, una raccolta di fiabe serbe e persino alcuni racconti popolari finlandesi: la saga di Polifemo è ovunque. Jacob Grimm (1785-1863), filologo e linguista, rintraccia in questo saggio inedito in Italia una decina di varianti dell’archetipo del ciclope nei contesti letterari più remoti, provando a decifrare i diversi significati contenuti nella leggenda e cercando di ipotizzare alcune linee di derivazione. Alla ricerca di un fulcro, una «cellula originaria», intuisce sorprendentemente che la stessa Odissea è un punto di arrivo e non il principio della saga. Nella sua postfazione al saggio Francesco Valagussa torna sul rapporto tra mito e origine. Passando dall’occhio come simbolo del sapere divino al Sauron di Tolkien, si può mostrare come l’eterna lotta tra il giorno e la notte, tra il cielo e gli inferi, si rifletta, in termini etici, nel contrasto tra l’abilità colma di astuzia e le oscure forze titaniche. Le ricerche di uno spirito romantico come quello di Grimm dischiudono lo sguardo su un panorama inaspettato: non c’è cultura che non sia permeata, alimentata e nutrita quotidianamente da un generoso apporto di narrazioni, usanze e consuetudini appartenenti a tradizioni lontane.La saga di Polifemo, opera di uno dei più grandi esponenti del romanticismo europeo, illustra la ricchezza delle identità multiple sottese al concetto di cultura e nazione. Una piccola chicca letteraria e filosofica che intreccia etica, fiaba e immaginazione.
F. Valagussa, Lo sguardo di Vico (Studi Vichiani, Edizioni di Storia e Letteratura 2024)
Lo sguardo di Vico prende forma attraverso un ritmo triadico che già s’intravede nelle sue opere giuridiche: dalla natura, che è il «primo vero», attraversando una serie di accertamenti successivi, la civiltà si proietta verso un vero ideale, tutto «ragionato». Nella Scienza nuova traspare un impianto analogo. La forza con cui l’eredità epicurea e stoica torna ad affacciarsi sul moderno, i nuovi orizzonti aperti da Cusano e Bruno e l’incombere della selva sulla gran città del genere umano sollecitano Vico a tentare una nuova alleanza tra rivelazione ebraica, diritto romano e filosofia greca. Ne esce un cristianesimo trasfigurato in uno «studio della pietà»: la ricerca non si concentra più sulle cose «medesime in sostanza» ma sui vari modi di accertarle, di esprimerle secondo «costumanze» diverse e talvolta tra loro contrarie.
J. Grimm, La poesia nel diritto, a cura di F. Valagussa e L. Garofalo (Marsilio 2024)
La poesia nel diritto (nell’originale tedesco Von der Poesie im Recht) è il titolo di un saggio di Jacob Grimm pubblicato nel 1816 sulla «Zeitschrift für geschichtliche Rechtswissenschaft», concepita e diretta da Friedrich Carl von Savigny, insieme a Karl Friedrich Eichhorn e Johann Friedrich Ludwig Göschen. L’autore vi escogita nuove forme di esplorazione di quel terreno arcano dove poesia e diritto, intimamente intrecciati tra loro, contribuiscono a forgiare i costumi, le consuetudini, i miti e le feste sacre del popolo cui egli apparteneva, individuato in base al criterio della lingua parlata. Mettendo a frutto la sua sconfinata erudizione, Grimm getta luce sugli apparentamenti strettissimi che connettono la dimensione poetica a quella giuridica. Paradigmaticamente comprovati dalla comune denominazione di poeti e giudici, chiamati infatti Finder – ovvero trovatori – perché entrambi trovano: nella poesia popolare quello che gli uni cantano, nella consuetudine quello che gli altri applicano.
G. Simmel, Questioni fondamentali della sociologia, a cura di F. Valagussa (Mimesis 2024)
Di che cosa si occupa la sociologia? Se per un verso non c’è scienza delle cose umane che non implichi anche una scienza della società, per l’altro verso, quando cerchiamo di fare della società un oggetto di scienza, essa ci sfugge, apparendo ai nostri occhi quasi come una mera astrazione che sussiste al di là degli individui e dei loro rapporti. In realtà, interessi individuali e tendenze collettive assumono espressione concreta proprio attraverso l’associazione. Simmel individua nella socievolezza il tessuto connettivo mediante cui si articola l’agire sociale: le nozioni di tatto, di etichetta, di cortesia, di civetteria si rivelano componenti imprescindibili del “gioco di società”, sul quale incombe un’inesorabile tendenza alla mediocrità, tipica delle dinamiche di massa. Indagando i processi storici che hanno condotto alla costruzione dell’attuale assetto sociale, Simmel ravvisa nell’Illuminismo e nel Romanticismo l’origine rispettivamente della libera concorrenza e della divisione del lavoro.
M. Donà e C. Meazza, Appercezione e noesi (Inschibboleth 2024)
Di una indifferente “determinazione”. Calogero lettore di Aristotele, Massimo Donà. E se la Logica aristotelica, lungi dal costituirsi come un plesso di norme statiche e rigide, sul modello dell’idealità platonica, custodisse una insopprimibile “tensione” interna? Ne è convinto Calogero che, non a caso, rinviene in essa un fondamento destinato a destituire la pretesa originarietà della contrapposizione tra vero e falso. E a consentirci di prendere coscienza del fatto che, a manifestarsi, in ogni singolo essente, è davvero sempre il medesimo. La scena dell’il y a, Carmelo Meazza. Questo saggio si avventura nella distinzione instabile tra un io e un “penso”, tra un soggetto dell’io e un soggetto del “penso”. Propone di non confondere il regime dell’impensabile: l’impensabile dell’io non è l’impensabile dell’atto del pensare se stesso. Il saggio propone la scena dell’il y a come metafora di una datità pensata all’estremo: un soggetto che si fa testimone come un io e un oggetto che traspare come dato a chiunque. La scena dell’il y a suggerisce un altro svolgimento rispetto alla tradizionale guerra di posizione tra realismo e idealismo.
Pensare la relazione, a cura di V. Limone e F. Valagussa (Città Nuova 2024)
Sono qui raccolti saggi di Daniele Iezzi, Vito Limone, Paolo Colizzi, Davide Monaco, Gaetano Rametta, Maurizio Maria Malimpensa, Antonio Branca, Michele Ricciotti, Francesco Valagussa, Emanuele Pili, Alberto De Vita, Gianluca Gemmani, Alice Iacobone, Carmelo Meazza, Nicola Cirulli. Il presente volume intende mettere in luce che la categoria di “relazione” ha giocato un ruolo fondamentale nella storia del pensiero, e lo fa esplorando in che modo questa nozione sia stata elaborata, ripresa e trasformata nel corso della storia delle idee. I quattordici saggi che compongono quest’opera si concentrano su figure o tappe della storia del pensiero in cui questo concetto emerge in modo particolarmente evidente e centrale, ricorrendo ad una prospettiva al contempo diacronica, cioè dall’antichità fino all’epoca contemporanea, interdisciplinare, cioè dalla storia della filosofia all’estetica, dalla metafisica alla storia del cristianesimo, e dialogica, in quanto i diversi saggi si richiamano vicendevolmente. Il risultato è quello di un percorso trasversale e plurale che mette in risalto che le radici dell’identità e della cultura europea si innestano in profondità proprio nell’idea di “relazione”.
A. Montefameglio, La filosofia dello spazio di Gilles Deleuze (Mimesis 2023)
Spatium, superficie, piano, territorio. Quella di Gilles Deleuze è un’opera intensamente costellata di concetti, nozioni e immagini che rimandano allo spazio e alla spazialità. Eppure, per quanto essa rappresenti un tassello sostanziale della sua filosofia, Deleuze non ha circoscritto la sua riflessione sullo spazio nella cornice definitoria di un volume, né ha districato risolutivamente tale concetto. Con lo spazio, insomma, Deleuze non sembra aver mai fatto definitivamente i conti. Ma è davvero così? Spetta allo studioso mettere insieme i pezzi del mosaico, con l’auspicio che essi restituiscano non un’immagine difettosa ma coerente, imparando così a ragionare deleuzeanamente attorno a un concetto che, intrecciando la teoresi all’estetica, la filosofia politica alla riflessione scientifica, rappresenta ancora oggi uno dei più urgenti problemi del pensiero filosofico.
M. Rienzi, Emanuele Severino. Con l’Occidente, oltre l’Occidente (Inschibboleth 2023)
Un corpo a corpo degno dell’autore con cui viene ingaggiato; un corpo a corpo con il pensiero di Emanuele Severino sicuramente all’altezza del rigore speculativo di quella che è senz’altro, anche per Marco, una delle massime espressioni del pensiero contemporaneo. Marco Rienzi, comunque, interroga Severino, ma attraverso questo esercizio ermeneutico-teoretico, fa anche i conti con alcune delle grandi questioni che ossessionano la filosofia sin dalle sue prime testimonianze, e in particolare con uno degli autori con cui lo stesso pensiero di Severino è in costante dialogo: Hegel. Ma quel che più conta è che il giovane studioso, dottorando dell’Università San Raffaele, riesce in queste pagine a far toccare con mano, al lettore, cosa significhi ‘filosofare’, senza perdersi in superflue valutazioni di questo o quel contenuto del pensiero severiniano, ma ripercorrendone con piglio da studioso di grande raffinatezza gli snodi essenziali, con una consapevolezza ‘critica’ che gli consente di non farsi mai fagocitare (come sarebbe peraltro potuto facilmente accadere) dalla fascinazione connessa ad ogni grande testimonianza filosofica.
Adriano Tilgher, Teoria del pragmatismo trascendentale. Dottrina della conoscenza e della volontà, a cura di M. Ricciotti (Inschibboleth 2023)
L’accoglienza riservata alla Teoria del pragmatismo trascendentale nel 1915, anno della sua pubblicazione, fu tutt’altro che benevola. Oggi, a più di un secolo di distanza, i tempi sono forse maturi per riconoscere la giusta collocazione storica e filosofica a un’opera che ha pagato oltre il dovuto il fatto di esser nata all’ombra dei grandi sistemi filosofici di Croce e Gentile. La Teoria, situandosi all’origine della vasta produzione saggistica tilgheriana, è testimonianza di un originale tentativo di articolare in forma sistematica il problema che segna il dibattito filosofico nei primi decenni del Novecento, vale a dire il contrasto tra la vita e le forme, l’arte e il pensiero, la morale e il diritto, aprendo inoltre la strada alle successive indagini di Tilgher rivolte a varie sfere della cultura italiana ed europea.
Raymond Roussel, Il doppio. Come ho scritto alcuni miei libri (Castelvecchi 2023)
A cura di Marco Bruni, con la prefazione di Massimo Donà. Romanzo d’esordio di Raymond Roussel, qui pubblicato nella sua prima edizione italiana,” Il doppio“ (La Doublure) ha nella maschera la sua cifra essenziale: doublure, infatti, oltre a significare ‘fodera’ e ‘rivestimento’ – a suggerire l’idea di interno ed esterno – è anche la ‘controfigura’ teatrale; ciò che condanna il protagonista a un’esistenza da eterno sostituto. L’anima di tenace costruttore di rompicapi, di vero profeta dei giochi linguistici, qual era Roussel, rivela invece i suoi segreti nel pamphlet Come ho scritto alcuni miei libri, che Michel Leiris definisce il testamento letterario del genio francese: qui, in una sorta di dietro le quinte, l’autore spiega il «procedimento» della sua scrittura labirintica e surreale, rendendo questo scritto un contributo indispensabile per la comprensione della sua vita e della sua opera.
Idea, a cura di Marco Moschini (Inschibboleth 2023)
Con saggi di: Massimo Adinolfi, Kurt Appel, Carla Canullo, Alberto De Vita, Massimo Donà, Daniel Kuran, Thomas Leinkauf, Carmelo Meazza, Marco Moschini, Michele Ricciotti, Francesco Valagussa, Pavao Žitko. Nell’indagine prospettica della proposta di Nova Theoretica si è imposta la necessità di indagare il tema dell’idea per rintracciare in questo concetto e in questo termine alcuni dispositivi teoretici capaci di restituire orizzonti e riflessioni sull’essenza stessa della filosofia. Il tema, trattato da diverse prospettive storiografiche e speculative, offre alcune linee ermeneutiche del problema “Idea” per ritrovare, nella forza di tale concetto, una radice feconda del filosofare oggi.